Jake & Elwood Blues – The Blues Brothers

Per Carlito Jake & Elwood Blues sono educazione emotiva e sentimentale. I Blues Brothers, un pezzo di Storia.
Maledetti, benedetti, sempre sull’orlo del baratro e alle porte del paradiso, eticamente disdicevoli e moralmente ricchissimi, contemporaneamente nelle stelle e nelle stalle, disperati in grado di fare qualunque cosa, sfigati grandiosi dalle prospettive inimmaginabili, sfuggenti ma rintracciabili per chi conta nella vita, con un talento immenso ma sempre contrastato, con poche ma decisive opportunità, difficilmente interpretabili e impossibili da non ascoltare, capaci di fuggire da amori morbosi,  ma capaci di comprenderne l’unicità e di rigenerarlo con la semplice potenza di uno sguardo.. Chi non avrebbe voluto cambiare la storia di una amore con uno sguardo, almeno una volta nella vita? Almeno una sola volta. Follemente in scena per esserne cacciati. Lì lì per esplodere e per essere esclusi,  per un momento o per sempre, senza saperlo prima. Sfigati con un talento talmente grande da essere impossibile ignorare. Fastidiosi. Imperfetti nella vita e impeccabili sulla scena. Consapevoli di sè e inconsapevoli del tutto. Miraggio per una parte della generazione che ai tempi era intorno ai 20 anni. Amici che avresti voluto avere al bar con te, sapendo che qualunque cosa sarebbe potuta accadere. Era così che si viveva, almeno una parte di noi. Con la sensazione che se eri convinto di valere se ne potesse accorgere almeno per un istante qualcuno come james Brown, Ray Charles, Cab Calloway, Steve Copper, Donald “Duck” Dunn, Murphy Dunn, Tom Malone, Willie Hall, Lou Marini, John Candy, Alan Rubin, Twiggy, Frank Oz e perfino Steven Spielberg. A 20 anni sentivi che in te poteva esservi Hollywood senza necessariamente arrivarci.
Il film, diretto da John Landis uscì il 20 Giungo del 1980, due anni dopo dopo la premessa promettente di Animal House.
Uno shock generazionale, una promessa di vita incerta e densa di prospettive, consapevoli che Jake & Elwood sarebbero potuti finire in galera o diventare amministratori delegati,  in una itinerante start up esistenziale.
Carlito avrebbe voluto far parte di quella band e, in fin dei conti, la musica è quella.
Everybody needs somebody to love.