Carlito’s Way
Mister A. & Mister R.
andare con Rabbia e lasciare con Amore
A tutti noi accade di dover decidere di lasciare, prima o poi succede: un lavoro, una relazione, una situazione che ho raggiunto un limite per noi invalicabile, semplicemente accade.
Non lo facciamo tutti allo stesso modo, ovviamente, dentro ciascuno di noi ci sono dimensioni insondabili dell’essere, che è bene non giudicare, ma che possiamo osservare, e farne tesoro come elemento di riflessione interiore.
Mister A.
E’ “mister” Allegri, naturalmente, un super-vincente acclamato (e criticato, come sempre quando sei un vincente), noto in tutto il mondo, che difficilmente potrebbe andare in una qualunque pizzeria senza che qualcuno gli chieda un autografo o meglio ancora un selfie, a prescindere da quello che fa e che dice e da come agisce, è una star ricchissima e famosissima di fronte alla quale il “popolo della normalità” cerca un attimo di visibilità e di vicinanza.
Ha fatto un casino, che nel tempo (breve) gli sarà perdonato, in quanto uncommon person.
Ha sbroccato di brutto proprio mentre vinceva un trofeo (sì, un trofeo, una coppa insomma), l’ennesimo trofeo di una carriera gloriosa, ma.
Ma era pieno di Rabbia, una brutta bestia, lo sappiamo tutti, perché se permane lì dentro di te si scatena in forme di Reattività che appaiono anche quando non ne hai assolutamente bisogno, quando non serve proprio a nulla, ti inibisce anche la piena gioia dei momenti migliori della tua vita. E’ una brutta cosa, fa male a te e sconcerta le persone che ti stanno intorno.
Ma come, vinci e t’incazzi senza controllo?
Nella sua (ex) organizzazione c’era sicuramente chi poteva aiutarlo a vincere questa forma di rancore esplosivo, forse hanno provato a farlo, forse non ha voluto, forse non era possibile.
Quando nella tua organizzazione senti violate le tue percezioni di giustizia, equità e reciprocità, a volte, a torto o a ragione, il livello di logorìo (strain) può essere talmente potente ed invasivo da farti sbroccare anche in un momento che dovrebbe essere gioioso.
Gli passerà? Dipenderà dalla sua consapevolezza, da chi gli sarà vicino e dalla sua volontà di farsi aiutare.
Sicuramente non gli mancheranno fama, successo ed altri incarichi di prestigio, gli auguriamo di vivere bene, con meno rabbia, anche perchè gli scoppi d’ira sono sempre perdenti, anche quando vinci e hai successo, questo sia chiaro.
Mister R.
E’ “mister” Ranieri, un altro uomo di indubbio successo, con una traiettoria completamente diversa, seppure sempre “sui campi”.
“Tinkerman”, lo chiamavano così a Leicester, cioè l’uomo che ripara oggetti anche quando apparentemente non ce n’è bisogno, nella città del Rugby, mica del calcio.
“Dilly ding, dilly dong”, cantavano, una frase inventata da lui, romano del Testaccio. A Leicester la canteranno a vita. Bello, suggestivo. Ha sempre allenato squadre molto meno “destinate” a vincere qualcosa, sia per budget che per situazioni contingenti: salvezze come vittorie e vittorie salvifiche.
Per lasciare a 73 anni ha scelto il posto giusto nel momento giusto, dopo 38 anni il luogo che lo accolse nel 1988: “ho iniziato il mio percorso qui nel 1988. Ma dopo una promozione quasi inaspettata e la salvezza ho deciso che la cosa giusta è lasciare adesso, a malincuore perché è una decisione dura“.
Niente di più, niente di meno, chi sa cogliere e comunicare la dimensione simbolica di un’esperienza ha leadership, che arriva in profondità e lascia il segno, non importa se hai vinto di più o di meno.
Tornerà? Ma è davvero cos’ importante?
Non lascia di più il segno saper lasciare al momento giusto nel posto giusto, con Amore?
“Mister”, non significa “allenatore”, ma “Signore”.
Scegliete voi quale “trofeo”.