Carlito’s Way

Zabriskie Point

Ci sono luoghi che sono occasioni, e lo sai anche quando ancora non li hai visti, e allora diventano mète.
Da ragazzo cresciuto in una provincia piatta, per non ridurmi a passare le giornate al bar del paese a stordirmi con briscole e biliardo, tra le altre vie di fuga c’era il cinema, vale a dire andare al cinema, cercare dei cinema, annusare l’odore dei cinema immaginando quello che poco dopo avrei visto.
Nutrivo una sorta di venerazione per alcuni grandi Maestri, e adoravo la complessità del Maestro Michelangelo Antonioni, alcuni dei suoi film non li capivo subito fino in fondo, avevo bisogno di iniziate a viaggiare molto con la mente, e a studiare, per costruire i suoi significati, ma soprattutto i miei. Per Carlito il Cinema era formazione, e i Cinema luoghi di apprendimento. Allora per un ragazzo come lui non era facile viaggiare, ma il bisogno di farlo era impellente, e lo faceva come poteva.
Quando vidi Zabriskie Point mi sembrò di non avere visto un film, ma di essere stato invitato a un gran tour di formazione interiore; Mark e Daria erano la sublimazione di qualcosa che avevo dentro, ma ancora non sapevo con chiarezza cosa fosse. L’esplosione della loro Storia in quel luogo estremo, inospitale, così lontano da un immaginario comodo e usuale, e la gemmazione di mille altre storie intorno, mi hanno fatto capire sin da allora che è proprio nell’inusuale che nascono le grandi storie e le infinite possibilità.
Anche nel deserto può nascere un fiore, e l’idea di quella fioritura aveva bisogno di un forte shock simbolico per accasarsi in me. Da allora quell’idea non mi ha più lasciato, così come i deserti di ogni tipo sono diventati una mèta costante dei viaggi che ho vissuto nel tempo.

Sono stato a Zabriskie Point nella primavera del 2018, ho cercato un angolo che mi sembrava di riconoscere ricordando il film, e lì sono rimasto per alcune ore, senza mai sentirmi solo in mezzo alla solitudine. Ho ritrovato Mark e Daria e la trascendenza della loro storia d’amore, e ho visto sbocciare centinaia di altre storie, fiori nel deserto, e ho rivisto anche me, da lontano.
Mi sono alzato da quello spuntone di roccia, ho abbracciato con lo sguardo il paesaggio un’ultima volta e, con la sensazione di un caos calmo nel cuore, ho ripreso il viaggio.